3 C per il significato del nuovo orizzonte IT

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Oggigiorno tutti, addetti ai lavori e non, conosciamo perfettamente il significato delle lettere che compongono il termine, o se preferite l’acronimo, IT (Information Technology).

Per IT si intende in genere il settore che utilizza computers, reti telematiche, software ed apparecchiature al fine di gestire le informazioni in formato digitale.
Nel linguaggio comune per approssimazione si può definire il mondo dell’informatica.

Dalla definizione intuiamo subito che le informazioni, nel loro complesso, costituiscono il vero ed unico prodotto finale tangibile e dunque il reale obiettivo di tutto ciò che circonda il mondo IT, mentre il resto si riferisce ai singoli mezzi utili e necessari per ottenere lo scopo.
Le figure professionali che operano in ambito IT sono pertanto responsabili di memorizzare, processare, catalogare, ricercare e, non da ultimo, proteggere le informazioni.

Nel linguaggio comune un sinonimo di IT è il diffuso termine ICT, soprattutto in ambito formativo ed educativo.

Se ci addentriamo in un contesto più analitico e molto più professionale la C, che ha il significato di Communication (Comunicazione), estende ed integra il trattamento delle informazioni nel suo più ampio spettro di tipologie ovvero il mondo multimediale e della diffusione di massa (broadcasting) quali la messaggeria di posta, messaggeria istantanea, le relazioni sociali (social network), radio, televisione e telefonia, ambiti un tempo distanti ma oggi sempre più strettamente immersi ed inglobati nella digitalizzazione.

Se da un lato ICT estende il significato di IT, il quale raccoglie un numero maggiore di tecnologie ovvero di mezzi per comunicare informazioni, per contro IT è un sottoinsieme di ICT.

La parola Comunicazione contiene al suo interno anche il verbo comunicare con il quale rendiamo le informazioni dinamiche e gli conferiamo un senso attraverso il compimento di azioni (la trasmissione delle informazioni utilizzando vari canali, vari mezzi e formati).

Da un punto di vista di management e di IT governance, che fa riferimento all’allineamento strategico, alle politiche e alle regolamentazioni di settore, ogni attività è rappresentabile e riconducibile all’erogazione di un determinato servizio IT «everything as a service».
In questo concetto, oggi sempre più centralizzato, globalizzato ed estremizzato nel modello cloud, la comunicazione diviene in essenza:

«fornire le corrette informazioni (all’interno di uno o più servizi erogati) al momento opportuno o in un lasso di tempo prestabilito, alle giuste persone»

Per ottenere questo con un alto grado di successo la Comunicazione ha necessariamente bisogno di altre due C: la Collaborazione senza la quale il tentativo di comunicare diviene confusione e la Coordinazione senza la quale la trasmissione di un’informazione diviene “disturbo”.

Banalmente se due o più persone che tentano di comunicare parlano nello stesso istante possono efficacemente scambiarsi delle informazioni? Ammesso che questo riesca ad avvenire, quanto tempo e sforzo supplementare è richiesto?
La comunicazione, scambio di informazioni attraverso un qualsivoglia formato e canale, avviene con successo e nel minor tempo possibile solo se il ricevente si pone in ascolto ed in silenzio mentre il trasmittente comunica; in definitiva si coordina e collabora in modo propositivo e costruttivo con il trasmittente.

Questo concetto, che riprende l’approccio di Kiel ai sistemi collaborativi ed anche le teorie della comunicazione e trasmissione di informazioni, va applicato indiscriminatamente a tutte le risorse informatiche: informazioni in primis, ma anche software, hardware e soprattutto le risorse umane.
L’insieme delle risorse sono i principali attori di ogni processo aziendale (il cuore pulsante di ogni azienda), nel caso specifico gestito attraverso le tecnologie digitali e dunque i sistemi informativi.

Può sembrare da un lato scontato e per certi versi banale che comunicare sia in qualche modo strettamente correlato a collaborare e coordinare, ma perchè parliamo di nuovo orizzonte dell’IT e non di un concetto che dovrebbe da sempre essere alla base di una “buona” comunicazione?

Perché l’informatica è una scienza giovane ed ancora imperfetta se paragonata ad altre e da sempre è pesantemente influenzata dalle tecnologie, ovvero dai mezzi e dagli strumenti per comunicare, senza mai riflettere a fondo sul vero ed unico scopo: comunicare le informazioni.
Questo dovrebbe scatenare 3 domande su tutte:
1. Cosa realmente trasmetto
2. Perché lo trasmetto
3. (soprattutto) Come lo sto trasmettendo

Mai come oggi le aziende per sopravvivere hanno bisogno di trasmettere informazioni per questo il comparto IT ha:
– un sempre maggior numero di informazioni da gestire
– un sempre maggior numero di canali di comunicazione su cui trasmettere informazioni
– un sempre maggior numero di processi aziendali da gestire attraverso le tecnologie digitali

Il business ha bisogno di risposte sempre più immediate e la sfera decisionale ha bisogno di un numero sempre più grande di informazioni per essere efficacemente supportata al fine di competere nel mercato globale e mantenere l’azienda reattiva, snella e per questo concentrata ad adattare il suo principale business.

L’ottimizzazione, la massimizzazione dei processi produttivi ed organizzativi, dei costi e degli spazi, già attuate e figlie di politiche di risparmio e tagli lineari, hanno già indotto le aziende a ridurre drasticamente gli effettivi di tutte le componenti aziendali definite non core-business cioé tutti quei dipartimenti aziendali che non concorrono a direttamente alla realizzazione dei prodotti e servizi quali IT, human resources, Finance & Controlling, Legal & Compliance, Facility, etc.

Queste figure professionali, consulenti altamente specializzati e formati, continuano ad essere funzionali ad oliare i meccanismi aziendali, sono pronte a supportare le aziende quando ne hanno effettivamente bisogno, senza più essere un costo fisso attraverso un rapporto più diretto e professionale.

Come può l’azienda adottare il giusto approccio? Affidarsi direttamente a partner IT esterni dando loro le chiavi del bene più prezioso, le informazioni aziendali?
Per tentare di rispondere al quesito ci chiediamo, chi è un partner IT e che obiettivi ha rispetto ad un consulente IT?

Un partner IT è un’azienda legata a dei brand e fornisce principalmente soluzioni hardware e software specialistiche di quei vendors che rappresenta. Gli obiettivi e lo sforzo commerciale verso le aziende clienti si concentra a proporre i nuovi prodotti dei brand che sono essenzialmente nuovi mezzi, strumenti o canali di comunicazione per le informazioni aziendali.
Gli accordi commerciali stipulati tra il partner IT ed i rispettivi brand, per continuare a fregiarsi del loro nome, sono basati su volumi di vendita o di formazione da rispettare.

Il partner IT non ha interesse ad analizzare come è globalmente gestita la comunicazione delle informazioni (le tre C) nelle aziende, ma vendere e rispettare gli accordi con i brand.
Per questi motivi i partner IT spesso non sono in grado di fare questa fondamentale analisi perchè non hanno sviluppato questa capacità analitica o perché non hanno maturato una visione aziendale vissuta ma solo una visione informatica talvolta distante dalla realtà aziendale.

Per questo motivo il mercato è farcito di casi di aziende insoddisfatte del prodotto proposto, per come è stato implementato e per come l’investimento non ha dato i benefici sperati.
Da questo punto di vista il consulente IT in outsourcing è in grado porsi come un valido filtro innanzitutto perché non è un partner IT; per questo si pone in primis come una figura super partes.

Sa attivare una comunicazione orizzontale sia con il management aziendale che con gli operativi con trasparenza, professionalità, profonda conoscenza delle realtà aziendali derivata dal reale vissuto condite da un vero ed appassionato interesse alle esigenze di comunicazione delle aziende.

Sa dialogare perfettamente con i partner IT e capire in modo molto analitico qual’è il miglior strumento e canale di comunicazione per quella specifica realtà aziendale quale unico punto di vista, sa formare adeguatamente tutti i principali attori aziendali.
In essenza sa:

«scegliere il miglior progetto, nel giusto momento, con il giusto partner IT»

Cherubini Andrea, i3CT
Consulente IT

Andrea Cherubini